"Chiunque tu sia, entra ed esci quando vuoi, qui sei libero di andare dove vuoi di chiedere ciò che vuoi. Questo è un posto di onesto piacere fatto più per gli altri che per il padrone. Ma non infrangere le leggi della civiltà se non vuoi esserne cacciato".

Figure storiche


Francesco Gonin
(Torino16 dicembre 1808 – Giaveno14 settembre 1889)
Francesco Gonin, formatosi fino al 1828 allAccademia di Belle Arti di Torino alla scuola di Giovanni Battista Biscarra e maturato come aito scenografo di Fabrizio Sevesi al Teatro Regio di Torino e di Luigi Vacca alla decorazione di Altacomba (1826; 1827), vanta una vastissima attività altre che di frescante e decoratore di ambienti, anche di piottore di storia e di soggetto sacro, di ritrattista e di illustratore litografo. La sua produzione pittorica è fedelmente annotata nel Diario o taccuino di Memorie , ove meticolasamente sono registrate più importanti e alui più care. Nel 1835 si era recato in un suo primo soggiorno a Milano, ospite nella casa di Massimo D'Azeglio e nello studio di Giuseppe Molteni; la permanenza in wquella città ove si conduceva ... " una vita d'arte e di generosa emulazione fra gli artisti " aveva stimolato fortemente la sensibilità del pittore a prediligere i temi cari al romanticismo storico. Nel decennio successivo essi offrirono spunti molto frequenti sulla produzione figurativa principalmente su commissione di Carlo Alberto di Savoia ( guidato dal direttore della Reale Galleria Roberto d'Azeglio) per il riarredo pittorico del Palazzo reale di Torino, dell'aristocrazia di corte e del ceto borghese. I cataloghi delle mostre torinesi della Promotrice e del Circolo degli Artisti registrano in quegli anni frequenti presenze di quadri storici dell'ormai molto affermato Francesco Gonin. Nel 1852 anno in cui il pittore firma la tela con Il sacco di Roma, espone alla Promotrice opere di molto autorevole committenza; La Battaglia di Torino del 1797, dipinta l'anno precedente per il Duca di Genova, Il Ritratto di Re vittorio Emanuele II ordinato da Massimo d'Azeglio per il Ministro degli Esteri e Il Ritratto della Regina Maria Adelaide per il Casino di Aix le Bain.
 Sempre ne l 1852 Gonin è impegnato anche nella importante decorazione della chiesa di San Massimo a Torino, progettata pochi anni prima, su commissione dell'Amministrazione comunale, dall'architetto Carlo Sada. I soggetti degli affreschi, riguardanti episodi tratti dalla vita di Santi piemontesi e San Massimo, prima vescovo di Torino, che esorta il popolo a difendersi con coraggio nell'approsimarsi di Attila e degli Unni erano stati dettati da Carlo Promis. Al tema religioso si univa un nuovo significato storico e civile che rifletteva il clima patriottico dell'epoca e l'aspirazione all'indipendenza e all'unità del paese. Il riferimento alle invasioni straniere del passato era evidente pretesto per evocare la contemporanea situazione italiana. Questo stesso clima politico e artistico permea appunto la contemporanea tela de Il Sacco di Roma nel 1527 dipinta da Gonin per Giovanni Mestrallet ed esposta nel 1853 alla Società Promotrice delle Belle Arti di Torino (n. 219), insieme ad alcuni paesaggi e ritratti. (nn. 212-221). Il banchiere di Mestrallet doveva essere un fedele collezionista di opere di Gonin se sempre alla Promotrice già negli anni precedenti erano stati esposti altri dipinti di sua proprietà Beatrice cenci, condotta al patibolo, viene liberata dagli allievi di Guido Reni (n. 115) nel 1845 e Bazar turco nel 1846.



Francesco Gonin fu anche autore di una serie di quadri che illustravano alcuni episodi della storia dell'Arma dei Carabinieri, ancora breve ma già assai ricca e tra questi quello del Carabiniere Giovan Battista Scapaccino che appartiene alla terza categoria di classificazione proposta. Fu altresì noto per avere illustrato I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. Le sue opere si possono vedere presso il Civico Museo Manzoniano al Caleotto Lecco nella sala IX della Quarantana, l’editio princeps dei Promessi Sposi pubblicata nel 1840.